7 Ottobre mubarak: quando la propaganda torna indietro

7 Ottobre mubarak: quando la propaganda torna indietro

Il 7 ottobre 2023, il giorno dell’attacco di Hamas contro Israele – il più cruento dopo la Shoah – la giornalista palestinese Bayan Abu Sultan pubblica su X (ex Twitter) un messaggio in lingua araba:

tweet

“7 ottobre mubarak a tutti”
🇵🇸💗
(Traduzione: “Buon 7 ottobre a tutti”) – postato alle 8:18 del mattino, ore locali.

Nessuna condanna delle violenze. Nessuna distinzione tra civili e combattenti. Solo celebrazione implicita di un massacro.

Poche ore dopo, Hamas irrompe nei kibbutz, brucia bambini, prende ostaggi, stupra donne.
Quel tweet – ancora online al momento della scrittura – si trasforma in una pietra miliare della propaganda normalizzata del terrore.

Due immagini, una narrazione da smontare

Nel giugno 2025, Bayan riappare.
Non più con il cuoricino rosa, ma ricoperta di sangue, in lacrime, in una foto che fa il giro dei social.

Rula

📍 Luogo: Jenin, Cisgiordania
🕒 Contesto: operazione antiterrorismo dell’esercito israeliano
🎙️ Ruolo: “giornalista” in zona operativa non accreditata da agenzie internazionali riconosciute

La narrazione ora è rovesciata:
– Da chi festeggiava il 7 ottobre, a vittima del sionismo assassino.
– Da tifosa dei carnefici, a icona del dolore selettivo.

Il fronte pro-palestinese reagisce: “Israele bombarda i giornalisti!”.
Ma nessuno ricorda il tweet iniziale, né il fatto che Jenin è un noto centro operativo di gruppi armati affiliati a Hamas e Jihad Islamica. Bayan era lì, non per documentare una sfilata di moda.

Dati, non emozioni

  • Il tweet è stato pubblicato alle 8:18 del 7 ottobre 2023 (UTC+3), in concomitanza con l’attacco di Hamas.
  • L’account è verificato, attivo, non hackerato. Nessuna smentita, nessuna ritrattazione.
  • Le foto post-bombardamento sono diventate virali il 28-29 giugno 2025, rilanciate da influencer filo-Hamas e account di disinformazione.
  • La strategia comunicativa è coerente con la dottrina: prima glorificare l’attacco, poi monopolizzare la sofferenza quando il fuoco ritorna.

Non esiste equidistanza possibile tra chi celebra un massacro e chi lo subisce.
Chi ha applaudito i lupi non può piangere per i morsi.
Bayan Abu Salameh non è una giornalista vittima. È una propagandista sopravvissuta.


Fonti

  • @BayanPalestine su X
  • [Israeli Defense Forces – raid a Jenin, 28 giugno 2025 (via Telegram/OSINT)]
  • [Rassegna immagini e tweet archiviati – Archive.today / Wayback]